direttore Paolo Di Maira

2022 IN SALA/ E’ andata meglio per il cinema event

In collaborazione con Mediasalles

Comincia con Albania e termina con Zambia l’impressionante lista dei 128 territori di distribuzione di BTS: Yet to come in cinemas, il film evento dedicato al concerto che la celeberrima band di k-pop, nata a Seoul nel 2013, ha tenuto a Busan lo scorso ottobre.

Uscito il primo febbraio del 2023, questo contenuto aggiuntivo è già diventato il campione di incassi del settore.

Ha infatti totalizzato oltre 40 milioni di dollari al botteghino, coinvolgendo in tutto il mondo seimila schermi. Tra questi rappresentano circa il 10% le sale dotate delle più avanzate tecnologie intese ad offrire agli spettatori un’esperienza immersiva.

Il nuovo straordinario successo del concerto dei BTS è certo una prova delle potenzialità dei contenuti aggiuntivi e della loro capacità sia di attirare in sala anche segmenti di pubblico diversi dagli abituali sia di rappresentare una fonte supplementare di incassi.

Ma prima di questo exploit che ha segnato l’inizio del 2023, come si erano collocati i contenuti aggiuntivi – o il cosiddetto event cinema – nel 2022, anno ancora segnato dalla crisi pandemica?

Un primo quadro ce lo forniscono i dati già disponibili relativi a Regno Unito, Francia e Italia, i tre territori che, per dimensione complessiva, per il ruolo che vi giocano i contenuti aggiuntivi fin dalla loro prima affermazione ed infine per la capacità di documentare la loro performance, sono i più significativi d’Europa.

Nel 2022 il Regno Unito si è confermato il primo mercato per i contenuti aggiuntivi che oltrepassano i 24 milioni di euro di incassi lordi. In seconda posizione si colloca, con 11 milioni, l’Italia, seguita dalla Francia, con 9,3 milioni.

Il confronto con gli anni in cui i cinema più hanno risentito delle chiusure e delle restrizioni mostra che nel Regno Unito gli incassi del 2022 hanno quasi raddoppiato quelli del 2020 e addirittura quasi triplicato quelli del 2021, mentre sono decisamente lontani dal traguardo dei 60 milioni che era stato sfiorato nel 2019.

In Italia, invece, il risultato del 2022 rivela una progressione del 134,5% rispetto al 2020 e del 52,2% sul 2021. Colpisce inoltre che il settore dei contenuti aggiuntivi del 2022 registri un incasso lordo inferiore solamente del 13% a quello del 2019. È un dato tutto diverso da quello del mercato complessivo che resta al di sotto del livello del triennio 2017-2019 di un ben più marcato 48%.

In Francia il 2022 più che raddoppia il dato del 2020 e addirittura quasi quintuplica quello del 2021. Nel biennio della pandemia, il risultato dei contenuti aggiuntivi era stato particolarmente limitato probabilmente anche perché le restrizioni avevano severamente colpito la produzione teatrale. E proprio il teatro rappresenta nell’Esagono una tipologia molto rilevante dei contenuti aggiuntivi.

Nonostante la forte ripresa, i 9,3 milioni di incasso restano tuttavia ancora lontani dai quasi 16 del 2019, ovvero dal livello più alto raggiunto dai contenuti aggiuntivi sul mercato francese.

Specifico della Francia è il forte divario tra il prezzo medio registrato sull’insieme del mercato cinematografico e quello del settore dei contenuti aggiuntivi: nel 2022 i due valori si collocano rispettivamente a quota 7,2 e a quota 17,7 euro (con un incremento del 12,3% sul prezzo medio del 2017-2019). La differenza (media) di oltre dieci euro conferma ancora una volta la disponibilità dello spettatore francese a pagare un premium price per questo genere di contenuti che, nel paese di Racine e di Molière, hanno spesso – come si diceva – una forte componente culturale e anche nazionale. Nel 2021, per esempio, lo spettacolo più visto al cinema era stato “Il malato immaginario”, mentre il teatro in generale si era collocato al primo posto tra i contenuti aggiuntivi conquistando una fetta di presenze del 29,5%. Nel 2022, invece, la terna di maggior successo è tutta imperniata sulla musica pop da Indochine Central Tour e BTS permission to dance on stage – Seoul fino a Coldplay live broadcast from Buenos Aires.

In Italia il prezzo medio dei contenuti aggiuntivi (7,7 euro) è decisamente più contenuto che in Francia, ma comunque più elevato, seppur con uno scarto minore, di quello del biglietto in generale (6,9). Una possibile spiegazione sta nel fatto che nel Bel Paese la tipologia di contenuti aggiuntivi di maggior successo nel 2022 è stata la riedizione di film “cult”, programmati come “eventi”. A guidare la classifica infatti è Harry Potter e la pietra filosofale nel suo ventesimo anniversario, seguito dalla versione 4K di due episodi della saga del Signore degli Anelli, tutti eventi che sono stati proposti al pubblico con un prezzo medio che non supera gli 8 euro ed è nettamente inferiore a quello della visual music, del teatro o del balletto. Ne è prova il fatto che il prezzo medio di Oasis Knebworth 1996 o dei balletti del Bolshoi si collochi attorno agli 11 euro, mentre il Macbeth supera i 13.

Come già più volte emerso dalle ricerche condotte da MEDIA Salles o da altre organizzazioni – una per tutte l’indagine promossa da Nato, l’associazione degli esercenti statunitensi – la propensione al pagamento di un prezzo più elevato per i contenuti aggiuntivi è un fenomeno generalizzato e trasversale a mercati di aree diverse del mondo.

I dati relativi all’Italia sono stati gentilmente concessi da Cinetel.

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