Abbiamo incontrato il produttore del film “MY LAI FOUR”, Gianni Paolucci, al quale abbiamo chiesto di raccontarci come è nato questo film.
“Per caso circa due anni fa “” racconta – lessi la storia del massacro di My Lai attraverso il libro di Seymour Hersh , vincitore del Pulitzer”.
Non ti sei chiesto come mai nessuno prima di te aveva pensato a farne un film?
Si, e credo che il motivo principale risieda nel fatto che raccontare la storia di My Lai significhi prima di tutto fare un’ aperta denuncia contro il sistema politico-militare americano.
Perchè allora non ci racconti alcune cose in merito alla lavorazione?
Con molto piacere.
Per la regia, come sai, mi sono affidato a Paolo Bertola, per la fotografia a Dario Germani, mentre come art director ho portato con me Claudio Cosentino.
Nel cast abbiamo un’ attrice oramai affermata nel panorama intenazionale, Yvette Yzon ( nel ruolo di Thi Le ), abbiamo Yves Matthew Dimao, un bambino che definire strepitoso è poco ( nel ruolo di Dung ), e infine il grande Beau Ballinger ( suo il ruolo difficilissimo di William Calley, il comandante riconosciuto principale responsabile del massacro).
A proposito delle riprese, alcune lasciano intendere che non sempre la vita sul set sia stata facile. Puoi dirci qualcosa in più? Posso dirti che i problemi sono nati in conseguenza delle enormi difficoltà di lavorazione.
Credimi, non è facile lavorare a 45° di temperatura con elicotteri da guerra, con esplosioni e quant’ altro.
Posso darti dei numeri se vuoi: dieci settimane di preparazione nelle Filippine e tre in Vietnam (sugli stessi luoghi dove sorgeva il villaggio di My Lai), sette settimane di riprese nelle Filippine (sugli stessi luoghi dove furono girati “Apocalypse Now” e ” Platoon”), una settimana di riprese in Vietnam, otto mesi di post-produzione per gli effetti in computer grafica, cinque mesi di postproduzione per l’edizione sonora. Approfitto per rivolgere un ringraziamento al maestro Enrico Sabena, che ha realizzato le musiche del film.
Ho avuto modo di vedere la pubblicità del tuo film in occasione dell’ American Film Market, cosa puoi dirmi in proposito?
Ho piacere che tu abbia notato detta pubblicità alla quale sono molto affezionato.
Sì, il film è stato presentato in anteprima mondiale durante l’ AFM,e a rappresentarci c’era il mio fraterno amico Roberto Di Girolamo della Filmexport Group.
E’ ovvio che sono a conoscenza di come il film sia stato accolto, ti dico solo che è andato ben oltre ogni nostra più rosea aspettativa.
Quindi, dopo tanta fatica e tante emozioni, credo che tu stia riscuotendo anche molte gioie dal tuo MY LAI FOUR…
Sì hai ragione, hai pienamente ragione.
Ma ancora oggi provo un gran dolore quando vedo le scene del mio film, ben sapendo che non si tratta di fiction.
Altra sofferenza , ma certamente non comparabile alla prima, mi viene dal fatto che in Italia non si creda possibile che una piccola produzione indipendente come la mia possa realizzare un film come MY LAI FOUR: si continua a credere che solo grandi case americane possano fare questi film.
Ebbene: MY LAI FOUR è la prova che questo non è assolutamente vero.